Per molte persone tutta la recente storia della Cambogia si riduce al binomio Pol Pot e Khmer rossi. Si parla di “genocidio”, ma pochi sanno esattamente cosa, quando e perché ciò accadde. Il governo di Kampuche democratica durò 3 anni, 8 mesi e 20 giorni: dal 17 aprile 1975 al 7 gennaio 1979. Il “periodo dei Khmer rossi” è stato, però, solo il momento più tragico di una lunga guerra durata 29 e 4 mesi: dal marzo 1969 al luglio 1998.
La storia è, per molti, confusa e approssimativa. Cerchiamo di ripercorrerne le tappe più importanti.
François Bizot, che ne fu testimone, scrisse che quel mattino del 17 aprile 1975 “i primi Khmer rossi entrarono nella capitale venendo da Nord”. Nel suo libro Le Portail racconta che sembravano tutti molto giovani, dei ragazzi. Guardavano con stupore la città che non avevano mai visto. Il volto era scuro come il cuoio e indossavano informi abiti che secondo la vecchia consuetudine contadina erano stati tinti di nero con i frutti del dangkao. Ai piedi portavano sandali di plastica o fatti con i pneumatici delle auto e sul capo avevano la krama a quadrettini rossi oppure il berretto verde reso famoso dalle Guardie rosse di Mao.
Mentre faceva ala al loro silenzioso sfilare, la gente di Phnom Penh non riusciva a dissimulare la gioia per la fine di una guerra durata 5 anni.
Quasi due terzi delle più di due milioni di persone che affollavano la capitale erano dei profughi fuggiti dalle campagne devastate e rese deserte da una pioggia di tremila chili di bombe per ogni chilometro quadrato. Tutti speravano che quel lungo incubo fosse finito anche se nessuno riusciva a immaginare cosa ora sarebbe successo. La città era affamata e il problema immediato era per tutti quello di trovare del cibo.
Restavano in attesa, ma pochi ebbero dei dubbi quando in quello stesso pomeriggio cominciarono a circolare auto con altoparlanti che invitavano tutte le persone a evacuare urgentemente la città perché erano previsti massicci bombardamenti di rappresaglia da parte della aviazione americana. Chi era giunto dalle campagne si affrettava a riprendere la via di casa. I cittadini erano ancora troppo storditi per opporsi. I recalcitranti furono minacciati ed i pochi che si opponevano vennero eliminati mentre tutti i graduati dell'esercito sconfitto e i dirigenti del governo repubblicano di Lon Nol furono con l'inganno invitati a raggiungere le file del Governo Reale di Unità Nazionale e quando si presentarono furono tutti uccisi.
Era così iniziata l’era di Kampuchea Democratica: sarebbe durata 3 anni, 8 mesi e 20 giorni. Tutti parlano di quel periodo, ma nessuno racconta cosa era successo prima e cosa avvenne dopo. Furono 3 anni, 8 mesi e 20 giorni tragici, ma per il popolo cambogiano furono solo la tappa più dolorosa di una guerra durata 29 anni e 4 mesi. I crimini commessi da Pol Pot e dal regime dei Khmer rossi furono atroci ma il popolo cambogiano non ha dimenticato tutto ciò che accadde prima del 17 aprile 1975 e dopo il 7 gennaio 1979.
Ridurre tutta la storia recente della Cambogia solo a quei 3 anni, 8 mesi e 20 giorni, sarebbe come se noi restringessimo tutta la storia d'Italia sotto il fascismo e durante la Seconda Guerra mondiale al solo periodo della Repubblica di Salò. Per capire cosa fu Kampuche democratica bisogna alzare gli occhi e andare a vedere cosa accadde in Cambogia dagli anni Sessanta fino agli ultimi anni Novanta.
Bisogna partire da quando la Cambogia ottenne l'indipendenza dalla Francia e Sihanouk tentò di imporre su tutto il paese il suo regime autocratico.